martedì 5 aprile 2016

Piantaggine: proprietà benefiche, ricette e rimedi.

  • Scritto da Marta Albè
                                       
piantaggine cover
La piantaggine è una pianta perenne. La possiamo raccogliere tutto l’anno ed utilizzarla sia in cucina che come rimedio naturale. E’ molto diffusa lungo i bordi di prati e sentieri in campagna, in collina e in montagna.
L’importante è raccogliere la piantaggine in luoghi il più possibile lontani dal traffico e dall’inquinamento. Altrimenti è possibile acquistare la piantaggine in erboristeria in forma essiccata per utilizzarla come rimedio naturale.
La piantaggine è tra le erbe spontanee che potrete trovare in un vigneto biologico. Il consiglio è di cogliere le foglie centrali della rosetta fogliare. Secondo la tradizione popolare, la piantaggine allontanava dai bambini gli spiriti maligni.

Proprietà e benefici della piantaggine

La piantaggine ha proprietà astringenti e antinfiammatorie, oltre che antianemiche. Ha la capacità di bloccare le emorragie e di favorire la guarigione delle ferite per via delle mucillagini che sono presenti nelle sue foglie.
Le sue proprietà benefiche, soprattutto dal punto di vista antinfiammatorio, la rendono utile per prevenire e trattare raffreddore e malanni invernali. Queste mucillagini sono ancora più concentrate nelle sommità fiorite, a cui conferiscono delle proprietà lassative.
La piantaggine (Plantago lanceolata) è molto diffusa in Italia. La potrete riconoscere dalle foglie strette percorse da cinque nervature parallele e dai fiorellini raccolti in spighe che nascono dallo stelo centrale. La piantaggine può raggiungere i 40 centimetri di altezza.
piantaggine 1
Fonte foto: Living A Field

La piantaggine in cucina

In cucina la piantaggine viene utilizzata sia cruda che cotta. Si possono scegliere le foglie più tenere della piantaggine per arricchire delle insalate. Spesso la piantaggine viene utilizzata insieme ad altre erbe commestibili per preparare il ripieno di torte salate, fagottini, ravioli, farinate e frittate.
Le foglie della piantaggine tendono a tingere di verde le pietanze con cui vengono in contatto. Potreste provare ad utilizzare la piantaggine per rendere più colorata e saporita la vostra pasta fresca fatta in casa, dalle tagliatelle agli gnocchi. Potrete utilizzare la piantaggine cruda, come fareste con il radicchio, oppure cotta, come nella cottura degli spinaci.
Potrete utilizzare la piantaggine per preparare una salsa o un pesto alle erbe da utilizzare come condimento. In questo caso potrete abbinare la piantaggine ad altre erbe selvatiche come le ortiche, il tarassaco e l’alchemilla.

Transizione: iniziamo in cucina!

Martedì, 28 Maggio 2013

La Transizione verso un modello di comunitá piú sostenibile parte in primo luogo da noi, é cioé soprattutto una transizione interiore. Immaginare una societá resiliente postpetrolio, significa anche imparare ad osservare la ricchezza che ci circonda.

E perché non iniziare da quel sapere antico che é la raccolta di erbe spontanee? Sorge  spontanea la domanda "ma se viviamo in cittá?". Il sogno romantico di una vita ritirata è uno scenario possibile solo per una parte ristretta della popolazione. La maggior parte di noi si trova quotidianamente a confrontarsi con i ritmi cittadini, con i paesaggi cittadini. Ma forse è proprio a partire dalla città e dai iscsuoi dintorni che è possibile imparare ad osservare in modo diverso la natura e a imparare a relazionarsi in modo differente, in un dialogo tra uomo e natura.

Andiamo a riscoprire i giardini, gli orti e i campi che circondano le nostre cittá. Diventiamo coltivatori di balconi, osserviamo le piante spontanee, per un raccolto ad impatto zero. Perché la natura ci fornisce moltissima ricchezza senza aver bisogno di un intervento da parte nostra: ortica, tarassaco, malva, alliaria, borsa del pastore, piantaggine, acetosa, sono solo alcune delle piante commestibili presenti sui nostri prati. Non solo buone da mangiare, ma ottime per la salute.

Alimurgia é il termine coniato da Giovanni Targioni-Tozzetti nel 1767, che indica lo studio delle soluzioni da ricercare in caso di “urgenza alimentare”. Le erbe spontanee hanno incrementato l'alimentazione umana durante le carestie. Un aneddoto: lo spinacio selvatico “buon Enrico” (Chenopodium bonus-henricus) deve il suo nomeal sovrano Enrico IV di Navarra che aprí icancelli del parco reale, ricco di erbe selvatiche, per sfamare la popolazione.

E allora ecco subito due ricettine per cimentarci in cucina con le erbe:

Pesto alle erbe selvatiche:

  • 200 g erbe selvatiche (due manciate piene): scegliere erbe di stagione p. es: tarassaco, piantaggine, alchemilla, lamio, achillea, ortiche.

  • olio d'oliva

  • pepe

  • sale

Lavare velocemente le erbe (l'acqua estrae le sostanze dalle erbe, troppo ammollo priva le piante delle proprie sotanze nutritive e minerali), coprire abbondantemente d'olio le erbe, condire con pepe e sale e frullare. Il pesto può essere utilizzato per condire pastasciutte e ottime tartine da mangiare come aperitivo...Se piace si può aggiungere aglio o cipolla.

Salsa di yoghurt alle erbe

  • 500 g yohurt intero

  • una manciata di erbe selvatiche (menta, timo, erba cipollina, tarassaco, alchemilla, piantaggine)

  • sale

 Tagliare con la mezzaluna le erbe per avere un trito sottile, aggiungerle allo Yoghurt, condire con sale... Ottima da servire con patate lessate, o come salsa di contorno a polpette di ceci (felafel), o per guarnire panini!


Buon appetito!

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